Testo e Foto: Gianni Bodini
Concepita prevalentemente come struttura militare, venne costruita tra il 1820 e il 1824. Collegava Spondigna a Bormio con una lunghezza di 49 km, località che appartenevano allora all’impero austro-ungarico. Ben presto divenne un’ambita meta turistica per gli scorci panoramici d’alta quota, per la vicinanza ai ghiacciai e per l’altezza raggiunta di 2756 m., ed era allora la più alta strada carrozzabile d’Europa. Ma fu un tragico fatto di cronaca che fece aumentare velocemente il numero di turisti. Nel 1876 Henry de Tourville condusse sua moglie Madeline in viaggio di nozze proprio su questa strada. Partendo dall’Hotel Posta di Spondigna, dove la coppia alloggiava, i due raggiunsero in carrozza la località di Rocca Bianca situata lungo la strada dello Stelvio. Qui Henry disse al cocchiere di tornare a Trafoi e di aspettarli. Poi spingendo giù la moglie da un dirupo, la uccise per impossessarsi della cospicua eredità. Quindi tornò a Trafoi simulando la disperazione per l’incidente accaduto, ma cadde in molte contraddizioni, fu arrestato e condannato all’ergastolo. Poiché la coppia apparteneva all’alta borghesia inglese, la vicenda fu riportata più volte sulla stampa internazionale cosicché un numero impressionante di persone si mise in viaggio per vedere il luogo della macabra vicenda. Ciò contribuì a fare di Trafoi, che era già una nota località alpinistica, un punto d’incontro per la nobiltà e la borghesia, prevalentemente britannica. Oggi la strada dello Stelvio si sta trasformando in un luna park d’alta quota e pur essendo compresa nel parco nazionale omonimo, viene percorsa da squadre di motociclisti, da automobilisti annoiati che salgono e scendono rombando lungo i 48 tornanti. Ai ciclisti ed ai pedoni resta poco spazio e ben poca tranquillità. Da tempo si cerca di trovare una soluzione accettabile per chi vive ai bordi della strada, per chi ne trae reddito lavorando e per la natura: finora invano.