Weltweit gingen am heutigen 3. März Abertausende auf die Straße, um ihre Stimme für Klimagerechtigkeit und gegen die Zerstörung natürlicher Lebensgrundlagen zu erheben. Rund 500 Menschen folgten dem Aufruf von Fridays for Future South Tyrol (FFF) und versammelten sich zur Demo in Bozen. Neben zahlreichen Schülerinnen, Schülern und Studierenden schlossen sich auch andere klimabewusste Bürgerinnen und Bürger dem Protest an - ein klares Zeichen, dass Klimaschutz und der Erhalt von Umwelt und Artenvielfalt ein zentrales Anliegen von Menschen aller Altersgruppen geworden ist. Der Matteottiplatz wurde bewusst als Ziel der Demo gewählt: Neofaschisten hatten zuletzt sogar zweimal die Statue des von Mussolini-Anhängern 1924 ermordeten Oppositionellen Matteotti mit rechtsextremen Symbolen verunstaltet; Fridays for Future verurteilte diese Schandtat scharf und wies auf die Notwendigkeit hin, Klimaprotest und Antifaschismus zu vereinen, da der Vormarsch faschistoiden Denkens in Europa auch Klimaleugnerei fördere. Obwohl in den Redebeiträgen der Ernst der Lage des Weltklimas in trauriger Deutlichkeit hervorgehoben wurde, war noch immer der Enthusiasmus und die Zuversicht zu verspüren, vereint und entschlossen Geschichte schreiben und an einer lebenswerten Zukunft auf einem gesunden Planeten arbeiten zu wollen.
Die Herausforderung: Das Klimaland Südtirol Realität erden lassen!
Besondere Aufmerksamkeit schenkten zahlreiche Anwesenden auch dem verschwenderischen Umgang mit natürlichen Ressourcen, der in Teilen des Landes die Balance sensibler Ökosysteme aus dem Gleichgewicht bringt; so wird ein zu hoher Wasserverbrauch in einem als maßlos empfundenen Tourismus kritisiert. Man müsse gemeinsam an sozial und ökologisch nachhaltigeren Formen des Fremdenverkehrs in Südtirol arbeiten. Was Südtirol betrifft, forderte der Protestzug auch eine konsequente Umsetzung des Klimaplans, um, wenn nötig auch mit kurzfristig unpopulären Maßnahmen, die im Plan verankerten Ziele unbedingt zu erreichen. Alles andere sei den jüngeren Menschen im Land, der Zukunft gegenüber katastrophal verantwortungslos. Zu vernehmen waren insgesamt nicht nur der Frust über eine zu lobbygebundene, wenig visionäre Politik, sondern auch die Hoffnung, immer mehr Menschen von der Notwendigkeit einer tiefgreifenden sozialen und ökologischen Revolutionierung von Wirtschaft und Gesellschaft erreichen zu können.
Cosa vogliamo? Giustizia climatica!
Climate strike a Bolzano: rabbia e speranza
Oggi, 3 marzo, migliaia e migliaia di persone in tutto il mondo sono scese in piazza per alzare la voce rivendicando giustizia climatica e per condannare la distruzione delle risorse naturali. Circa 500 persone hanno seguito l'appello di Fridays for Future South Tyrol (FFF) e si sono riunite per la manifestazione a Bolzano. Oltre a numerosi studentesse e studenti, altri cittadini responsabili si sono uniti alla protesta - un chiaro segno che la protezione del clima e la salvaguardia dell'ambiente sono diventate una preoccupazione centrale per le persone di tutte le età. Piazza Matteotti è stata scelta deliberatamente come meta del corteo: Come noto, elementi neofascisti avevano recentemente deturpato due volte la statua del Matteotti, assassinato dai squadristi nel 1924, con simboli nazifascisti; i Fridays for Future hanno decisamente condannato questo oltraggio e hanno sottolineato la necessità di unire la protesta per il clima e l'antifascismo, dato che l'avanzata del pensiero fascistoide in Europa promuove anche il negazionismo climatico. Nonostante gli interventi delle attiviste e degli attivisti bbiano tristemente evidenziato la gravità della situazione climatica mondiale, c'era ancora entusiasmo e fiducia nell'essere uniti e determinati a fare storia lavorando per un futuro vivibile su un pianeta sano.
La sfida: trasformare il „KlimaLand“ Alto Adige in realtà!
Molti dei presenti hanno prestato particolare attenzione allo spreco di risorse naturali, che sta alterando l'equilibrio di ecosistemi sensibili in alcune zone dell‘Alto Adige; ad esempio, viene criticato il consumo eccessivo di acqua in quello che viene percepito come un turismo eccessivo. Sarebbe pertanto necessario avorare insieme su forme di turismo più sostenibili dal punto di vista sociale ed ecologico in Alto Adige. Per quanto riguarda l'Alto Adige, il corteo ha chiesto anche un'attuazione coerente del piano climatico per raggiungere ad ogni costo gli obiettivi fissati, se necessario anche con misure impopolari a breve termine. Altrimenti si porrebbe gravemente in rischio il futuro delle giovani generazioni. Nel complesso, non è emersa solo la frustrazione per una politica troppo legata alle lobby e poco lungimirante, ma anche la speranza di riuscire a convincere sempre più persone della necessità di una profonda rivoluzione sociale ed ecologica dell'economia e della società, non solo in Alto Adige o in Italia, ma su tutto il mondo.