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Eine erstarrte Gesellschaft, die das gar nicht sein will – auch das besagt das neue Sprachenbarometer

Nach zehn Jahren gibt es wieder eine neue Ausgabe des ASTAT-Sprachenbarometers. „Wir sehen darin eine interessante Abbildung der Südtiroler Gesellschaft – und es werden auch einige politische Dauerdebatten in ein neues Licht gerückt!“, so die grünen Abgeordneten Brigitte Foppa, Madeleine Rohrer und Zeno Oberkofler in einer ersten Stellungnahme.

Besonders bemerkenswert sind die Aussagen, die zum Spracherwerb gemacht werden. „Tragische Konstante aller Studien der letzten Jahre ist die Schwierigkeit des Spracherwerbs im mehrsprachigen Südtirol,“ so die grüne Fraktionsvorsitzende Brigitte Foppa. Unglaubliche 96% sprechen im Sprachenbarometer von dieser Schwierigkeit. Zurückgeführt wird sie, laut den Befragten, auf eine stark getrennte Gesellschaft – und auf ein „Schulsystem, das den Anforderungen nicht gerecht wird“ (das finden 46% der italienischen und 34% der deutschen Sprachgruppe). „Bemerkenswert ist das insofern, als in der politischen Diskussion gerade das auf Trennung ausgerichtete Schulsystem auch von der SVP als unumstößlich und auch nicht erweiterbar gezeichnet wird. Das geht an der Realität deutlich vorbei,“ sagen die Grünen.

Dass die Säulen des Zusammenlebens, wie bisher konstruiert, brüchig werden und dringend erneuert werden müssten, zeigen auch die – auch in diesem Sprachenbarometer wieder – sehr vorsichtig erhobenen Daten zu den Sprachgruppen im Land. 9% der Bevölkerung geben an, zwei oder mehrere Muttersprachen zu haben. 26.300 Personen, vor allem im Unterland und in Bozen lebend, sind deutsch-italienisch-erstsprachig. Das Sprachenbarometer sagt ausdrücklich, dass die gefühlte Sprachgruppe nicht mit der „amtlichen“ Sprachgruppe übereinstimmen muss. Auch dies ein Zeichen, dass das starre Raster (deutsch-italienisch-ladinisch) nur zum Teil die Realität widerspiegelt.

Besonders bemerkenswert ist der nur mehr lauwarme Zuspruch zum Ethnischen Proporz: 46% finden ihm im Europa ohne Grenzen überholt, 56% warnen vor negativen Auswirkungen auf die Qualität der Dienstleistungen. 

„Das Zusammenspiel dieser Entwicklungen bestätigt das Bild einer mehrsprachigen Gesellschaft, welche sich langsam, aber stetig wandelt,“ sagt ASTAT. Dem ist zuzustimmen. „Die politische Mehrheit täte gut daran, diese Entwicklungen genau anzuschauen und ihnen Rechnung zu tragen – gerade und vor allem im Hinblick auf die Schuldebatten und auf den Wunsch nach mehrsprachigen Modellen. Wenn unser Gesetzentwurf zum mehrsprachigen Schulmodell als Zusatzangebot in den nächsten Monaten in den Landtag kommt, werden wir auf diese Daten verweisen. Schauen wir, ob die erhobenen Wünsche der Bevölkerung zur politischen Vertretung vorgedrungen sein werden,“ so Foppa, Rohrer und Oberkofler abschließend.

 

Una società statica che non vuole esserlo: è quanto emerge dal nuovo Barometro Linguistico

Dieci anni dopo l’ultima edizione è stato pubblicato il nuovo barometro linguistico dell'ASTAT. “Vi vediamo un'interessante descrizione della società altoatesina, che getta nuova luce anche su alcuni dibattiti politici di lunga data!”, affermano in una prima dichiarazione i consiglieri provinciali dei Verdi Brigitte Foppa, Madeleine Rohrer e Zeno Oberkofler.

Particolarmente degne di nota sono le affermazioni relative all'apprendimento delle lingue. “Una tragica costante di tutte le indagini scientifiche degli ultimi anni è la difficoltà di apprendimento delle lingue nell'Alto Adige-Südtirol multilingue”, afferma la capogruppo Brigitte Foppa. Di questa difficoltà parla la quasi totalità (un incredibile 96%) degli intervistati nel barometro linguistico. Secondo gli intervistati, essa è riconducibile a una società fortemente divisa e a un “sistema scolastico che non soddisfa le esigenze” (lo ritiene il 46% del gruppo linguistico italiano e il 34% di quello tedesco). “Ciò è degno di nota in quanto, nel dibattito politico, proprio il sistema scolastico basato sulla separazione dei gruppi linguistici è considerato, anche dalla SVP, come immutabile e neanche ampliabile. Quanto si è lontani dalla realtà!” - dicono i Verdi.

Che i “pilastri della convivenza” stiano diventando fragili e necessitino urgentemente di un rinnovamento è dimostrato anche dai dati raccolti (sempre in modo anche eccessivamente prudente) sui gruppi linguistici presenti nella Provincia. Il 9% della popolazione dichiara di avere due o più lingue madri. 26.300 persone, che vivono soprattutto nella Bassa Atesina e a Bolzano, sono bilingue tedesco-italiane. Il Barometro linguistico afferma espressamente che il gruppo linguistico percepito non deve necessariamente coincidere con il gruppo linguistico “ufficiale”. Anche questo è un segno che la rigida griglia (tedesco-italiano-ladino) riflette solo in parte la realtà.

Particolarmente degno di nota è il sostegno ormai tiepido alla proporzionale etnica: il 46% la ritiene superata in un'Europa senza frontiere, il 56% mette in guardia dagli effetti negativi sulla qualità dei servizi. 

“L’insieme di queste dinamiche conferma una società plu[1]rilingue in lento, ma costante, mutamento.”, afferma l'ASTAT. Non si può che essere d'accordo. "La maggioranza politica farebbe bene a esaminare attentamente questi sviluppi e a tenerne conto, soprattutto in relazione al dibattito sulla scuola e al desiderio di modelli multilingui. Quando nei prossimi mesi il nostro disegno di legge sulla scuola plurillingue come offerta aggiuntiva verrà discussa in Consiglio provinciale, faremo riferimento a questi dati. Vedremo se le opinioni e i desideri della popolazione saranno presi in considerazione dalla rappresentanza politica,” dicono Foppa, Rohrer e Oberkofler.

Landtagsabgeordnete/Consiglieri Provinciali

Brigitte Foppa, Madeleine Rohrer, Zeno Oberkofler