Nel libro “Sagen aus dem Vinschgau”, purtroppo ancora solo in versione tedesca, molte pagine sono dedicate alle leggende che coinvolgono Trafoi.
Testo e Foto: Gianni Bodini
Questo, però, è anche un luogo reale e ricco di fascino e di storia: frazione del comune di Stelvio, posta a 1543 metri di altitudine, ai piedi dell’Ortles che con i suoi 3.905 metri era la più alta montagna dell’impero austro-ungarico. Proprio da Trafoi, nel 1804, venne intrapresa la prima ascensione di questa cima che secondo una leggenda era un gigante poi pietrificato. D’estate il paesino è forse disturbato dal traffico che scorre sulla strada dello Stelvio, ormai diventata una pista per le competizioni, non autorizzate, di motociclisti e automobilisti. D’inverno, invece, la strada è chiusa e regna la tranquillità.
Proprio grazie a questa strada, in esercizio dal 1825, i primi turisti incominciarono a frequentare Trafoi, attratti dallo scenario di cime ricoperte dai ghiacciai che allora si dicevano eterni. Fu un tragico evento però che contribuì ad accrescere più velocemente la fama di questo paesino: nel 1876 Henry de Tourville uccise, proprio lungo la strada dello Stelvio, la moglie Madeleine per appropriarsi della sua eredità. Il delitto e il conseguente processo ebbero molta risonanza nella stampa internazionale e non furono pochi i “curiosi” che raggiunsero Trafoi per vedere la scena del delitto. Già nel 1896 venne aperto il Grand Hotel Trafoi, che allora veniva considerato uno dei più lussuosi dell’intero arco alpino, frequentato dai nomi più illustri della società europea (distrutto da un incendio nel 1917). Nel 1907 gli alberghi erano già 10 ed offrivano 800 posti letto! Poi le due guerre e la lenta ripresa…
Ma a Trafoi non venivano solo alpinisti o amanti della natura, già molto tempo prima la località era frequentata dai fedeli che, anche a piedi, venivano in questo villaggio sperduto tra i monti per recarsi in pellegrinaggio alle Tre Fontane, probabilmente un antico sito di culto pagano poi cristianizzato. Secondo alcune leggende l’acqua delle tre piccole sorgenti aveva proprietà miracolose e proprio in quel luogo, ancora oggi così affascinante, venne costruita una chiesetta nella quale d’estate trova ricovero la venerata statua della Madonna che altrimenti trascorre l’inverno nella chiesa parrocchiale di Trafoi. Il “trasferimento” dà luogo a una processione che ancora oggi è molto frequentata dai venostani. Un'altra leggenda racconta che se la Madonna non dovesse passare l’estate ai piedi dell’Ortles, i ghiacciai che scendono dalle sue pendici avanzerebbero seppellendo anche Trafoi (evidentemente il tema cambiamento climatico non era allora all’ordine del giorno)! Un altro luogo ameno, facilmente raggiungibile anche d’inverno, è la Rocca Bianca, un punto panoramico lungo la strada dello Stelvio. Qui, sulla terrazza dell’albergo, svetta l’obelisco in marmo di Lasa eretto nel 1884 per ricordare la prima ascensione dell’Ortles. Dal paese, a piedi o con la seggiovia, si può raggiungere il rifugio La Forcola, un luogo panoramico insuperabile, posto al centro di un carosello sciistico. Non lontano dalla chiesa parrocchiale sorge il centro visitatori del Parco Nazionale dello Stelvio, nel cui territorio è compreso l’abitato di Trafoi. E per finire perché non concedersi una pausa nell’hotel Bellavista, e un nome non è mai stato più appropriato, dove è molto probabile incontrare l’ultima leggenda di Trafoi: Gustav Thöni!